Mario Rossi

É il metodo d’allenamento che uso con tutti i miei atleti, dai piccoli amici agli esordienti, gli stessi esercizi si possono usare anche per le categorie più alte cambiando le dimensioni del campo e i tempi ed è importante passare rapidamente al gioco senza “perdere tempo in prediche”.

Nei primi capitoli ho inserito esercizi vari di tecnica individuale e applicata, con qualche accenno di situazione.

Successivamente ho descritto giochi a tema e situazioni e nella parte finale troviamo i giochi polivalenti (di ruolo o altri sport), anche tra i più famosi. Consiglio di trovare sempre un po’ di spazio per questi nelle sedute e di impostare ogni esercizio come una sfida, che non abbia l’obiettivo di far prevalere l’uno sull’altro, ma che incoraggi ognuno al confronto con se stesso, alla ricerca di nuovi stimoli personali.

Mi presento: mi chiamo Mario Rossi, sono nato il 4 novembre 1951. Fin da ragazzo ho avuto sempre la passione di allenare e ancora oggi la mantengo; nel tempo ho coltivato questa mia passione aggiornandomi costantemente tra pratica sul campo, corsi privati, libri e video (ne ho una stanza piena). Credo di averne fatta di esperienza, soprattutto sui campi da gioco. Ho allenato tantissime squadre di piccoli amici e di giocatori, si può dire a fine carriera, e tutto è servito per accrescere il mio sapere e la mia esperienza.

Quello che in questo libro propongo per i bambini della scuola calcio sono giochi che aiutano a imparare divertendosi. Bisogna considerare che i bambini dopo che hanno passato un breve periodo ad ascoltare perdono la concentrazione, e quindi dobbiamo cercare di mantenere vivo il loro interesse, per questo motivo io scelgo di utilizzare soprattutto un metodo induttivo, che stimola la loro concentrazione, e aggiungo delle varianti che appunto servono allo scopo di migliorare gli esercizi ordinari. Mi sono reso conto che con questo metodo il bambino trova la soluzione a lui più ideale, dobbiamo, infatti, cercare di estrapolare, fargli esprimere, la sua potenzialità, in modo tale che non senta l’attività proposta come una costrizione, ma percepisca gli esercizi come esperienze utili e divertenti, capaci di fargli scoprire le sue possibilità.

Prima di passare agli schemi rappresentativi voglio ringraziare i mister Roberto Fani, Gennaro Gabrielli e Giuseppe Forasassi; un saluto e ringraziamento particolare a Eugenio Somigli, col quale ho trascorso due anni intensi, basati sulla stima reciproca e sulla fiducia, al punto che Eugenio ha lasciato che io sedessi per un periodo sulla sua panchina.

Allenando ho imparato una cosa importante: sono io che spiego le tecniche, ma ad ogni seduta mi accorgo che il ruolo talvolta s’inverte, imparo da loro, magari certo non le modalità tecniche, ma sicuramente come essere più sensibile, capace di ascoltare e di stare bene insieme. I ragazzi ti trasmettono la vitalità che ti spinge ad impegnarti e che ti esorta a migliorare ogni giorno.

Ringrazio chi saprà giudicare nel bene e nel male questo mio scritto che ho redatto, forte soprattutto della mia esperienza pratica, per cercare di far conoscere e comprendere meglio le metodologie d’allenamento.

Cominciamo esponendo alcuni punti basilari

La specializzazione precoce: io considero una modalità errata improntare l’allenamento solo sulle “potenzialità calcistiche”, molto meglio far integrare i bambini nel gruppo con giochi polivalenti, necessari per far conoscere loro l’appartenenza ad una squadra.

I piccoli giocatori di cui vado a parlare hanno dai cinque agli otto anni, un’età dove non conoscono ancora il senso del collettivo: ognuno vuole il pallone, ognuno vuole fare gol. Non insistiamo più di tanto per cambiare la loro natura, lasciamoli esprimere, oltre a divertirsi di più potremmo, osservandoli, capire quali ruoli potranno coprire in futuro e, inserendoli in specifiche partite a tema, gli faremo capire l’importanza del collettivo.

Inizieremo con la guida arrivando fino alla partita libera. Usando dei minimi accorgimenti, i piccoli atleti possono migliorare, arrivando ad eseguire l’esercizio anche in velocità.

Lo schema di una seduta di allenamento, dove si usa prevalentemente il pallone, lo impronterei così:

  • Suddividere tempo e spazio in base all’età
  • Riscaldamento
  • Tecnica individuale
  • Sviluppo motricità con uso della palla e a secco, attraverso giochi polivalenti
  • Tecnica applicata
  • Situazione
  • Partita a tema
  • Partita libera

Ho inserito il cronometro perché ho visto che stimola molto a migliorare, e il premio a misura della propria prestazione, perché fa sì che possano trionfare tutti i bambini anche quelli che magari faranno fronte alla mancanza di talento quando si faranno coscienti delle proprie capacità.

Il talento va incentivato, ma è una dote non un merito, ogni piccolo giocatore può diventare bravo, se ha volontà, costanza e dedizione; aiutato, seguito, esortato e mai minimizzato dall’allenatore, si capisce.

Gli esercizi vanno fatti eseguire ai ragazzi prima liberamente, poi seguendo la descrizione dell’istruttore.

Ad ogni seduta, secondo l’obiettivo della stessa, si possono utilizzare gli esercizi proposti, ma ben venga la vostra fantasia, il vostro entusiasmo per migliorare la mia idea

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